Classe Mammiferi
Ordine Perissodattili
Famiglia Equidi
Genere Equus
Specie asinus domesticus

L’asino domestico discenderebbe, secondo vari Autori, dal selvatico africano (Equus asinus africanus) il cui mantello è fondamentalmente fulvo e grigio. Gli asini selvatici vivono in branchi non molto numerosi e si dice che siano guidati da una vecchia asina, anziché da uno stallone, come, generalmente, avviene nei cavalli selvatici. L’asino selvatico vive in località povere di vegetazione, desertiche e pietrose, grazie la sua grande sobrietà e resistenza, che gli consentono anche periodiche migrazioni, se si rendono necessarie per le insufficienti disponibilità foraggere. Oltre che lungo le coste dell’Africa orientale-settentrionale, vive ed ha vissuto nella Siria, in Mesopotamia, nell’Afghanistan, nella Persia, nella Russia asiatica meridionale, nel Tibet, nella Mongolia, ecc. Alcuni Autori ritengono che dall’Equus asinus africanus siano originate due sottospecie. L’una quasi estinta, di taglia minore e cioè di m 1,15 al garrese, con striscia scura in corrispondenza della linea dorso-lombare e con una linea trasversale pure scura alle spalle e formante, con la prima, la cosiddetta linea crociata o croce di Sant’Andrea. l’altra – Equus asinus taeniopus – di taglia maggiore, cioè di m 1,25 al garrese, priva quasi sempre della lista crociata, si è originata lungo la zona costiera africana del mar Rosso ed anche dell’Ogaden ed in Dancalia. L’asino sarebbe stato addomesticato per la prima volta in Numidia. In Europa la specie fu conosciuta tardi e, cioè, nel Neolitico. I suoi resti fossili vi compaiono solo alla fine dell’epoca del bronzo e dell’epoca del ferro.Il mulo, quale prodotto dell’incrocio tra il cavallo e l’asino e la cui raffigurazione compare sui bassorilievi assiri, sembra che sia stato prodotto, la prima volta, nell’Occidente asiatico e precisamente nell’Asia Minore, in epoca immediatamente successiva all’immigrazionemongola.
in Asia si hanno specie equini affini all’asino e, cioè, l’Ermione (Equus hermionus), l’Onagro (Equus onager) ed il Quagga, il cui progenitore si ritiene sia stato l’asino africano. Il numero di asini, muli (incrocio fra asino e cavalla) e bardotti (incrocio fra cavallo e asina) allevati in Italia è crollato negli ultimi quarant’anni scendendo da 846.000 capi a solo 43.000. Si tratta di un crollo veramente notevole che potrà portare, se non si interviene, alla possibile estinzione delle nostre razze di asini.

Differenziazioni con il cavallo
L’asino si differenzia dal cavallo per le seguenti principali caratteristiche anatomiche e di conformazione esteriore: minore statura; mancanza di un tipo brachimorfo; testa pesante e grossolana con arcate orbitarie e creste zigomatiche pronunciate; ganasce molto sviluppate; labbra grosse; orecchie lunghe; garrese poco sviluppato; dorso spesso insellato; groppa stretta e spiovente (mulina); ventre grande e cascante; arti sottili e asciutti; piede stretto e piccolo (incastellato), con la suola molto concava e con l’unghia durissima; pelo meno abbondante e più grossolano; criniera meno abbondante, con peli diritti; coda non interamente rivestita di peli, ma solo verso l’estremità; mancanza delle castagnette (tipici rilievi cornei alla superficie interna dell’avambraccio ed al lato interno del metatarso) agli arti posteriori. Il raglio dell’asino non è meno caratteristico, quanto tipicamente rumoroso.

L’asino nella storia e nelle tradizioni
E’ noto come l’asino sia stato oggetto di culto o mezzo di sacrificio nell’antichità classica dell’oriente ed africana. Un largo posto l’asino occupa anche nel folklore, nell’arte e nella letteratura di molti paesi europei ed extraeuropei. L’adorazione dell’asino da parte degli Ebrei nel deserto ed altre manifestazioni d’incerto significato, a Roma antica, nel tempo cristiano, hanno dato vita ad una letteratura frammentaria e discorde sull’onolatria. Dagli altari allo scherno: già a Cartagine l’asino era usato in forma caricaturale. La considerazione spregiativa ed offensiva è generalmente entrata nell’uso di quasi tutti i paesi, particolarmente europei.

Il palio delle contrade: Dal 1965 si è ripresa un’antica tradizione folkloristica che sembra risalire ai primi del 1500, allorché il senese Agostino Chigi ebbe in concessione dalla reverenda Camera apostolica l’appalto per l’escavazione dell’allume. Il “Palio delle Contrade” che si disputa per tradizione ogni anno, la prima domenica dopo il 15 agosto, è ormai divenuto una festa di interesse regionale. Protagonisti del palio sono gli asini maschi. Si sfidano nella corsa dei rioni, rappresentati ognuno da quattro somari. Prima dell’inizio della corsa, lungo le vie del paese si svolge una sfilata storica con costumi del 1500 alla quale partecipano oltre 300 comparse (dame, cavalieri, armigeri, fantini, sbandieratori, trombettieri, tamburini ed altri) ed il carroccio trainato da buoi maremmani. Il tutto si conclude con la festa nella contrada vincitrice. Il palio viene corso con gli asini al posto dei cavalli , per ricordare l’utilizzo di questi animali nel trasporto dei carri di allume.

Impiego e allevamento dell’asino
L’asino viene adoperato per il tiro, per la sella e soprattutto per il basto. Il rendimento lavorativo, specie se paragonato alle sue dimensioni, all’alimentazione generalmente scarsa quantitativamente e di poco significato nutritivo, all’allevamento quasi sempre molto trascurato, è da considerare notevole e superiore a quello del cavallo, anche per la maggiore resistenza. Molto apprezzati anche gli ibridi (mulo quando lo stallone è l’asino, bardotto quando lo stallone è il cavallo).
Il latte d’asina ha sempre goduto, tra l’altro, vanto di medicamentosità e di facilissima digestione. La carne è molto sapida e viene spesso usata per la confezione di insaccati, quasi sempre però mescolata alla carne suina.
L’allevamento si svolge in complesso analogamente a quello del cavallo, con la differenza che il primo è assai meno esigente, più rustico e resistente e più sobrio. Possono entrare a far parte della razione quotidiana una maggior quantità di alimenti grossolani e ricchi di cellulosa (foglie e loppe di cereali e di leguminose, ecc.) meglio previamente trinciati per favorirne la digeribilità. Le asine gravide e allattanti, gli stalloni durante l’epoca delle monte, devono ricevere una sufficiente razione giornaliera di cereali (avena, ecc.) o di altri concentrati, in proporzione al peso vivo ed all’attività produttiva spiegata.