RITI , MITI , INIZIAZIONI  ED ERBE SELVATICHE 

 

 

 

 

“Non sappiamo piu’ accendere il fuoco, non siamo capaci di recitare le preghiere e non conosciamo nemmeno il posto nel bosco: ma di tutto questo possiamo raccontare la storia…

E ancora una volta questo basto’  cit.

Da sempre la presenza della specie umana sulla Terra è stata garantita dalla sua sapiente capacità di interazione con gli elementi della natura. Fin quando l’uomo era costretto ad essere nomade per “seguire il cibo”, sia esso vegetale o animale, con spostamenti continui dettati dall’avvicendarsi delle stagioni e dei territori, il suo impatto sul delicato equilibrio ecologico che sostiene tutti i regni della natura, era molto limitato. Questo perché il prelievo di “beni essenziali” non prevedeva il meccanismo dell’accumulo (da cui è scaturita la nascita della proprietà).Tutto era naturalmente offerto e bastava solo raccogliere bacche, semi, frutta ed erbe selvatiche che trovava sul proprio cammino. Poi qualche gruppo umano, forse allettato dall’abbondanza di risorse alimentari di luoghi fertili di madre Terra, si è fermato ed ha “inventato l’agricoltura”. La concentrazione della produzione e l’accumulo del cibo e beni di altra natura legata al sostentamento della comunità, ha determinato necessariamente un mutamento dei comportamenti e delle relazioni sociali. Da ciò scaturisce un disequilibrio che ha trasformato profondamente il rapporto tra uomo e natura. Da una oculata interazione sinergica con essa si è arrivati a pratiche umane  di tipo“predatorio”, in quanto la stanzialità implicava la concentrazione geografica delle coltivazioni e limitazione dei territori di caccia. Di qui il conseguente eccessivo sfruttamento dei territori antropizzati. Questa tendenza comportamentale ha preso il sopravvento ed ha espresso,dai tempi remoti fino ad i giorni nostri, varie civiltà che hanno basato il loro sviluppo sul sistematico sfruttamento del suolo fertile, delle acque e persino dell’aria che respiriamo. In base a queste precedenti considerazioni, si potrebbe tentare un’interpretazione in chiave eco-logica dell’attuale crisi eco-nomica. Si sta assistendo, a mio parere non ad una crisi economica dei mercati ma al collasso di un modello di civiltà basato sull’infinito e sistematico sfruttamento, impoverimento ed inquinamento delle fonti vitali. A tutto ciò si aggiunge l’eccessiva parcellizzazione delle attività umane che ha incentivato la specializzazione in ogni campo della conoscenza e della produzione. Questo ha consentito l’innesco di un meccanismo di sottrazione e sistematica mortificazione delle capacità di autoproduzione degli stessi beni essenziali. 

E cosa ancora piu’ grave non siamo piu’ in grado di riconoscere le erbe che MadreNatura ci offre  per  le nostre necessita’ alimentari  e terapeutiche.

E cosi’ nei giorni antecedenti  e successivi al 21 giugno ci incontriamo a Tempa del fico  con MARIA SONIA BALDONI  la SIBILLA delle ERBE  per celebrare la sacralita’ di Madreterra alla ricerca  del  fuoco nella ritualita’ della raccolta delle erbe selvatiche


Un’esperienza unica nella quale saremo guidati in un passeggiate di ricognizione delle erbe, raccolta, catalogazione, consigli d’uso

Maria Sonia Baldoni, meglio conosciuta come “La Sibilla delle erbe” e fondatrice della casa delle erbe ad Amandola, ci parlerà delle antiche tradizioni legate al passaggio delle stagioni, ci illustrerà gli utilizzi delle erbe e bacche che crescono spontanee nei nostri territori, le proprietà e possibilità di trasformazione culinarie e fitoterapiche, i miti e i riti tramandati nel tempo.

In quei giorni pensieri ciucciopolitanici su agricoltura e nomadesimo interiore a cura di Angelo Avagliano

per info

E poi ci sposteremo per partecipare AL  FESTIVAL DELLE ERBE – CAMPANIA
(2° Edizione)

Dal 23 al 25 Giugno 2017
Residenza Rurale INCARTATA
CALVANICO (Salerno)

@QUI IL PROGRAMMA DI CALVANICO