Fino a qualche anno fa c’era il pulmanino ingaggiato dal comune che affannosamente garantiva questo servizio sociale
Aspetto il momento in cui sara’ necessario alzarsi un po prima perché o non ci saranno più soldi o non ci sarà il carburante da mettere nel serbatoio dell’automobile.
In quel momento Antonia sarà contentissima di potersi finalmente avviare lentamente a piedi o sul ciuccio verso la scuola come ormai ci chiede da parecchio tempo.
Ed allora lentamente elaboro una mappa degli incontri lungo la strada.
I cilentani delle montagne da poco sono usciti dall’emergenza post-bellica del ’45 e sanno bene che in tempi difficili l’unico comportamento che ti garantisce le risorse essenziali per vivere è quello legato al ritmo della terra.
Il paesaggio antropologico, animale ed agrario, ogni giorno si arricchisce di un elemento nuovo.
Sempre più pastori e contadini si vedono nei campi, aumentano le terre arate e le voci ed i saluti.
Diminuisce il senso di isolamento e si riprende il coraggio della condivisione, della dignità dei comportamenti e dell’orgoglio di appartenenza.
Una soddisfazione malcelata di riscoprirsi una comunita’ operosa e sapiente. Parto da casa e subito un nuovo fuoco.
Fumo odoroso di olivo ed una presenza importante e che dà ricchezza.
Franco e Carmelina un fazzoletto di terra curato nel tempo libero dal lavoro realizzano un sogno la crisi è benevola…
Perso il lavoro salariato si torna alla “fatica”, crescita senza decrescita… Non va in piazza a manifestare.
Semplicemente, naturalmente torna alla terra, all’orto, agli animalucci, al grano, al pane.
Un piacere inconfessato e rincuorante di poter rallentare per far attraversare una vacca e lanciare uno sguardo a Marco e Carmelo che portano balle di fieno per integrare la magrezza del pascolo spontaneo che non riesce a soddisfare le necessità alimentari della “Massaria ri li vacche” alla fine di un piovoso inverno e di una sospirata primavera
Potersi fermare e scambiare una battuta ed una complice imprecazione sulle annate che non vanno bene è un lusso.
Da sempre seduti accovacciati su uno “scanno”. Con l’ombrello da pastore, che quando è alla fine della carriera fornisce i ferri per fare i fusilli o per fare la calza, immobili quando piove e sempre con il coltello o l’inseparabile accetta a furgiare con il bel tempo, normali ecoresistenti…
Petraionta è sulla destra del faraone la ferrera ed i petazzi scorticati da altre podoliche e iumente.
Un nuovo cancello segno dell’attivita’ incessante di cura di altri pastori.
Fistole ed incontri la vita intorno all’acqua che scorre.
Capre e macchine d’epoca che vengono dal paese, altra vita palese.
Vecchie vasche da bagno e trerrote con serbatoi pieni d’acqua, piu’ a monte, travasano il loro contenuto per abbeverare gli animali.
Altri campi arati di recente e seminati a grano.
Una occhiata alla passata che imboccava Zi’ Ntonio lu sanapurcedda, e il triste pensiero di non incrociarlo più…
La selva di castagno tagliata per fare palilli fervente attività.
La pischera della grava e nuovi ricci antichi pastorelli di capre che si riscaldano ad un fuoco improvvisato.
Zi Pietro e Zi Mammluccia instancabili lavoratori che arrivano in una lenta processione all’abbuccata che immette nel feo con i loro bastoni e gli occhi buoni che guardano lontano.
Pularrito ed altre capre e cerze, trattorini con baiardi artigianali.
Salvatore e Siancarlo sempre sorridenti e giovani forti tagliano voschi ri cierro ogni tanto pe nmiezzo qualche ci’rasa e auzano.
Recinti e cavalli che prima non c’erano, terra capesata troppo… segno di vita anche questo.
Rami di salice, saccone e sedda rufranese al bordo della strada e lu ciuccio a pascolare.
Ficurinia e jete, muri a secco recenti e cascate r’acqua quanno altre vacche che aprono nuovi carrari e fanno zanga.
Il sorriso di Carminuccio un saluto sincero che accoglie anche i ciucci appaurati al loro primo passaggio nel paese.
Fave e alberi da frutta potati freschi.
Orti, galline e puorci.
Capre miracolosamente al guinzaglio senza che si imbrogliano le corde una magia della signora Anna.
Altri orti e muri che grondano acqua.
Pensilina sempre piena di manifesti, nuovi tetti e aiuole fiorite.
Il tempio della sapienza manuale e del riciclaggio di Ziu Pascali.
La puteca ri Nicola dove la gente ri Tressanti ancora si incontra e si dice i fatti.
Altri tetti nuovi di case abitate.
La scuola con la vigilessa sorridente e rassicurante che accoglie tutti.Bambini e genitori…
Nuvole basse chiudono la croce di Pruno.
Re groje tutto questo vedono e sono contente anche se non riescono a valicare e tornano ripetutamente sui loro voli in formazioni sempre nuove ed armoniche.
Mi piace pensare che si arricreano a guardare dal cielo questa civilta’ che rinasce e che ha la capacita’ consapevole ed innata di reagire ed ammortizzare i colpi della disgregazione che viene da lontano .
Serrando i ranghi, faticando e sorridendo ad ogni nuovo incontro lungo la strada.
Con uocchi spierti…..