Dalla suola delle scarpe al fondo del cuore

Sulla luna vanno le cose che smarriamo in terra, immaginava Ariosto. Le lacrime, il tempo perso al gioco, i sogni, l’amore non corrisposto. Il senno.

Una settimana ormai è passata dalla presentazione del festival “La luna ed i Calanchi” ad Aliano e ancora mi si chiede “cos’è accaduto lì”? Ogni volta che mi preparo a rispondere mi pare di allestire un viaggio. Come quello di Astolfo sulla luna alla ricerca del senno di Orlando.

Ad Aliano è semplicemente successo. E‘ successo che la storia, quella della terra nostra, la ferita aperta ancora di soprusi, ingiustizia e menzogna s’è mischiata alla luce dei Calanchi con quella nuova che ognuno ha portato da casa sua, fatta di poesia, futuri rurali possibili e generazioni leggere. Abbiamo riflettuto che il Nord non esiste ed al Sud del Sud c’è Sud Sud e Sud.

Ad Aliano, sono convenuti cercatori di senno da ogni parte d’Italia, cittadini di un Meridione geografico o spirituale, fisico o metafisico in viaggio verso un altro Meridione. In loro, in noi c’era la spinta di Archimede per tornare all’aria.

Aliano è nolente o volente divenuta ancora e di nuovo confino. Ha raccolto gli esuli di un sistema putrefatto che davanti a profitto e velocità hanno incrociato le braccia. Qui da confinati volontari ognuno ha portato l’intenzione di studiare, ragionare e immaginare insieme un sistema nuovo adottando lo spazio dei parlamenti comunitari da far maturare ed assomigliare sempre di più a noi. Quale fucina potrebbero infatti essi diventare dipenderà solo da noi, dalla nostra capacità di perseverare nel raccordo, nel continuare a cercarsi. Dipenderà da quanto di noi riusciremo ad investire in questo processo di trasformazione, dalla ricerca di un cammino di coerenza e coraggio da fare senza timore. Da se sapremo accogliere gli errori per mutarli in occasioni. Da quanto siamo capaci di trovare negli esempi locali occasioni di emancipazione e maturazione individuale e territoriale.

Tanto va ancora migliorato nell’accordare intimamente il nostro sentire con ogni nostro gesto, per prendere realmente coscienza della forza sommovitrice che ognuno possiede, nell dedicarsi profondamente alla diversità dell’altro. Ma credo nella gente che c’era ad Aliano. Nella loro energia e nelle loro radici. Gente a cui non frega niente di chi la spunta fra Bersani e Renzi ma parlamentare di cosa vogliamo fare di questa terra da oggi che domani è già tardi.

Credo che Aliano è l’ambasciata della luna sulla terra. L’avamposto di un nuovo giorno. Credo in chi ad Aliano ci sarà, richiamato da questa energia. Credo nella parola di cui ognuno era ambasciatore e sulla quale costruire un racconto nuovo. Credo che se non ci fermiamo, non ci accomodiamo non tardiamo ad aggiustarci allo specchio ma continuiamo a praticare l’ascolto, l’accoglienza, la tensione alla coerenza c’è l’abbiamo fatta già ed un’altra idea già ci contiene.

Tutti abbiamo preso un po’ di Aliano. Dalla suola delle scarpe al fondo del cuore. Tutti abbiamo lasciato un po’ di terra di casa sul suo suolo, di supponenza e aspettative a macerare.

Sulla luna vanno le cose che smarriamo in terra, scriveva Ariosto. Il senno. Le lacrime, il tempo perso al gioco, i sogni, l’amore non corrisposto.

A volte capita che la luna faccia capolino dalla terra. Quando accade la puoi trovare ad Aliano. Ambasciata dei cercatori di senno sulla terra, della ragione smarrita d’intorno.